Padre Stefano, un ospedale creato dal nulla

In Madagascar un frate cappuccino compie piccoli miracoli quotidiani

Padre Stefano e il suo staff davanti l'ingresso della Clinique St. Damien
Padre Stefano e il suo staff davanti l'ingresso della Clinique St. Damien

Ambanja, in una landa sperduta del Madagascar. Con la foresta che arriva a lambire le polverose strade del centro. Dove la stragrande maggioranza degli abitanti non porta scarpe. In una città di quarantamila persone che mediamente non arrivano ai cinquant’anni e dove la mortalità infantile è tra le più alte del mondo. Dove la corrente elettrica è prodotta da qualche gruppo elettrogeno e dove l’acqua corrente è per pochi.

 

Padre Stefano Scaringella, 58 anni, romano del quartiere San Giovanni, frate cappuccino con laurea in chirurgia medica, ventitré anni fa arriva con l’entusiamo di chi vuol cambiare la sorte di tanta povera gente. La Vergine è il suo segno zodiacale: determinato e preciso. Decide di costruire un ospedale. Un ospedale vero, dove si fanno interventi chirurgici. Dove si aiuta la gente a vivere. Vincendo anche la superstizione e l’ostruzionismo degli stregoni del posto («per mettere la prima pietra - racconta - siamo stati costretti a sacrificare un bue») fonda la clinica Saint Damien.

 

Da quel giorno non si è mosso più da Ambanja, se non per tornare in Europa - Italia compresa - sempre alla ricerca dei fondi necessari a mandare avanti l’ospedale. Cento posti letto, duemila interventi chirurgici all’anno. Una media di 10-12 al giorno. E di tutti i tipi: cataratte, appendiciti, circoncisioni, ernie, calcoli. Ma anche prostate, dilatazioni uretrali, colicistictomie.

Con una percentuale di mortalità annua da fare invidia ai più quotati (e ricchi) ospedali europei: lo 0,5 per cento, dieci su duemila. «I malati - racconta padre Stefano - arrivano da noi quando ormai la malattia si è impadronita del corpo. Prima l’indifferenza e la superficialità, poi lo stregone del villaggio».

 

La clinica Saint Damien, che vive delle donazioni di privati, ha un bacino di utenza di circa 500 mila persone. Ambanja, nella provincia di Antsiranana, a nord-est della Grande Terra, sorge in una zona caratterizzata da una storica assenza di infrastrutture, specialmente nel settore sanitario. Dista 250 chilometri dal capoluogo più vicino (Diego Suarez) e 1000 chilometri dalla capitale Antananarivo. Ad Ambanja esiste una struttura pubblica, un ospedale statale, che però non effettua interventi chirurgici.

 

Nell’accettazione al piano terra del St Damien la gente si accalca ad ogni ora del giorno e della notte nella speranza di una visita. Padre Stefano e i suoi collaboratori - 98 persone, delle quali 17 sono infermieri e quattro chirurghi, tutti locali - cercano di soddisfare le richieste compiendo spesso anche veri e propri miracoli. In questa terra dove il lavoro fisso è un sogno, dove in tanti vivono di espedienti quotidiani, un funzionario del Governo guadagna 260 mila ariary (100 euro) al mese e un impiegato arriva a malapena a 78 mila (30 euro), scopri che santi ed eroi esistono veramente. Un’operazione di cataratta costa 2400 ariary, l’equivalente di 0,90 centesimi di euro; un’appendicite 11 euro. Un intervento alla prostata circa 27 euro. «E il più delle volte - sottolinea padre Stefano - i malati non pagano, trattandosi di persone indigenti».

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Commenti: 1
  • #1

    Gruppo Elettrogeno Diesel (giovedì, 02 marzo 2017 08:17)

    Sono molto felice che mi sono imbattuto in un blog. Il tuo blog è davvero impressionante.




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